La fisiologia della nutrizione molto spesso si arrende alle molteplici emozioni che si susseguono durante le nostre giornate (specialmente in questo periodo così fortificante e al tempo stesso tedioso):ansia, depressione, noia, solitudine, rabbia, stress; Abbiamo passioni forti nei confronti dei cibi che ci piacciono o non ci piacciono; È parte dei rituali religiosi.
Le emozioni incidono sulla percezione dell’immagine corporea che cambia a seconda del nostro stato d’animo.
Quante volte ci sentiamo piccoli piccoli quando viviamo un fallimento?
Penso che a tutti, almeno una volta nella vita, sia capitato di sentirsi "braccati e costretti" ad accettare una fetta di torta di compleanno perché sarebbe antisociale rifiutare. È cosi,
una volta che abbiamo imparato che mangiando riusciamo a ridurre uno stato di malessere o comunque otteniamo quello che vogliamo, tendiamo a ripetere questo comportamento spinti dal desiderio di “gestire” le proprie emozioni.
Pasti ricchi di grassi richiamano notevoli quantità di sangue allo stomaco e all’intestino, al punto da indurre un rallentamento dell’attività cerebrale con conseguente sonnolenza e apatia.
L’assunzione di carboidrati, invece donerà un senso di tranquillità e benessere contribuendo ad elevare il livello di serotonina nel sangue, l’assunzione di proteine porta ad un aumento del tono dell’umore. Alcune sostanze come il saccarosio e la caffeina inducono un aumento di episodi di stanchezza e depressione.
Alcune carenze nutrizionali, come quelle del magnesio e della vitamina B6 causano irritabilità e stanchezza.
DOBBIAMO avere più educazione per il nostro organismo: è con lui che dovremo convivere!